**”Sarei stata squalificata per 20 ANNI” — Serena Williams si scaglia contro Jannik Sinner, sopravvissuto a un test antidroga fallito**
L’icona del tennis Serena Williams ha acceso il dibattito globale dopo aver rotto il silenzio sulla recente controversia che ha coinvolto la stella italiana Jannik Sinner, che sarebbe sopravvissuto a un test antidroga fallito senza subire sospensioni. In un post sui social media e in un’intervista successiva, la 23 volte campionessa Slam ha espresso indignazione per quello che ha definito un palese “doppio standard” nel trattamento degli atleti in base a status, genere ed etnia.
La polemica è scoppiata in seguito alle segnalazioni secondo cui Sinner era risultato positivo a una sostanza proibita all’inizio della stagione, ma aveva evitato qualsiasi sospensione formale o provvedimento disciplinare. L’ATP, in una dichiarazione vaga e formulata con cura, ha affermato che “non si è verificata alcuna violazione” grazie al “protocollo di esenzione terapeutica”, ma molti, tra cui Williams, non ci credono.
“Amo il tennis. Ho dato tutto a questo sport. Ma diciamoci la verità: se fossi stata io? Sarei stata squalificata per 20 anni, senza fare domande”, ha dichiarato Serena in un’intervista a un’importante testata sportiva. “Stiamo ancora affrontando un sistema in cui alcuni giocatori vengono protetti, mentre altri vengono esaminati con estrema attenzione”.
Serena, non estranea alle controversie sui test antidroga, è da tempo una fervente critica degli organi di governo dello sport e delle loro incoerenze. Nel corso della sua carriera, è stata sottoposta a test antidroga a sorpresa con una frequenza molto più alta rispetto ai suoi colleghi, suscitando sconcerto anche tra i suoi colleghi atleti. “Venivano a casa mia alle 6 del mattino, senza preavviso, come se fossi una specie di criminale. E poi, se qualcuno risultasse positivo e la cosa venisse insabbiata? Questa non è giustizia”.
Sebbene né Sinner né il suo team abbiano affrontato pubblicamente i dettagli del presunto test fallito, le speculazioni sono aumentate. Alcuni rapporti suggeriscono che la sostanza in questione potrebbe essere stata uno stimolante per migliorare le prestazioni, assunto durante un periodo di recupero. La mancanza di trasparenza non ha fatto altro che alimentare ulteriori interrogativi su come il tennis gestisce i casi di alto profilo.
I social media sono esplosi in seguito alle dichiarazioni di Serena, con molti fan, giornalisti e persino ex giocatrici che hanno commentato. “Ha assolutamente ragione”, ha scritto un’ex giocatrice WTA. “Il sistema protegge i pochi eletti”.
Altri hanno chiesto all’ATP e alla WADA (Agenzia Mondiale Antidoping) di pubblicare tutti i dettagli del caso, inclusi i risultati dei test e le motivazioni per non perseguire una punizione. “Se Sinner è innocente, allora pubblicate le prove. Altrimenti, questo è uno dei più grandi insabbiamenti nella storia recente del tennis”, ha affermato un analista di spicco.
Per Serena, il problema è più grande di una singola giocatrice. “Non si tratta di gelosia. Ho vinto. Ho perso. Ho vissuto ogni aspetto di questo sport. Ma la verità conta”, ha detto. “Tutto ciò che chiediamo è parità di condizioni. Se è troppo, forse dovremmo chiederci per chi è stato veramente costruito questo sport.”
Mentre le controversie si inaspriscono, il tennis si ritrova sotto una nuova ondata di critiche. E Serena Williams, sempre schietta e senza scuse, ha ricordato ancora una volta al mondo che il silenzio, di fronte all’ingiustizia, non è mai un’opzione.